La Terracotta è un materiale che, date le sue caratteristiche naturali, in presenza di acqua si presta particolarmente alla lavorazione. Scopriamone di più!
La Terracotta è un materiale che, date le sue caratteristiche naturali, in presenza di acqua si presta particolarmente alla lavorazione.
La sua duttilità consente, infatti, di modellarla molto facilmente nelle forme desiderate. Queste caratteristiche hanno fatto della terracotta uno dei materiali più utilizzati, fin dall’antichità, per la fabbricazione di stoviglie, vasi, utensili e oggetti di vario genere.
Esistono molte varianti di terre che è possibile impastare e lavorare, ognuna con caratteristiche organolettiche differenti, alle quali sono associati altrettanti risultati finali. Le terrecotte si distinguono solitamente per il colore rossastro assunto dall’impasto in seguito alla cottura, dovuto alla presenza di ossidi di ferro nel composto. Nella sua versione meno pura detta (laterizio) la terracotta è utilizzata e apprezzata fin dall’antichità come materiale da costruzione, noto per la sua stabilità e per le sue alte capacità di isolamento.
La purificazione delle argille
Molto importante nella lavorazione delle argille da terracotta è la fase che precede il processo di modellazione. E’ in questo momento, infatti, che il materiale viene selezionato secondo lo specifico impiego che si intende fare del prodotto finito. Alcune terre, come il caolino, data la loro fragilità sono infatti utilizzate per la realizzazione di ceramiche molto fini, mentre argille più plastiche sono preferite per la realizzazione di manufatti più resistenti e refrattari al fuoco.
Alla selezione del materiale seguirà la sua ripulitura, attraverso più fasi in cui l’argilla sarà purificata da ogni detrito, lavata a lungo per permettere alle componenti saline dell’impasto di sciogliersi, e ancora filtrata per rimuovere le parti irregolari o più grosse del composto.
La lavorazione della terracotta
Il materiale selezionato e lavato può essere impastato con acqua per procedere alla sua lavorazione.
In questa fase è possibile aggiungere all’impasto polvere di ceramica già cotta, per rendere il prodotto più resistente agli sbalzi di calore che dovrà affrontare durante la cottura.
L’argilla bagnata si presta a molte tecniche di modellazione, alcune delle quali necessitano dell’utilizzo di un tornio, consistente in un supporto rotante sul quale sarà posizionata la massa di argilla da lavorare. Tramite questo strumento è possibile creare vasi e ciotole dall’aspetto simmetrico rispetto all’asse di rotazione del tornio. Altrettanto frequenti saranno comunque altre forme di lavorazione come quella a mano libera (la più antica) o quella a colombini, che si basa sulla sovrapposizione di cilindri di argilla che vengono poi fusi tra loro lisciandone la superficie esterna con le mani.
La cottura della terracotta
A differenza di altre argille più fini, come la ceramica, che richiedono lunghe ed elaborate cotture dell’impasto lavorato per scongiurare la rottura o la filatura del manufatto, la terracotta necessita di un procedimento di cottura più semplice. Sicuramente la semplicità di questa delicata fase ha contribuito al successo della terracotta, incentivandone nei secoli l’utilizzo per la produzione di utensili di ogni tipo. Molto frequente dall’antichità fino a tempi molto recenti, per esempio, era il suo utilizzo per la produzione di anfore e giare per la conservazione di vino, olio e cibo.
La cottura della terracotta avviene in appositi forni, che assicurano il raggiungimento di temperature molto elevate (tra i 900 e i 1000 gradi). Perché la cottura abbia successo occorre che l’oggetto sia già completamente essiccato all’aria. L’essiccazione consente al manufatto di perdere umidità, evitando che l’evaporazione repentina dell’acqua nel forno ad alte temperature crei crepe o irreparabili fratture durante la fase di cottura. Quando l’essiccazione è quasi ultimata e prima della cottura in forno sarà inoltre possibile decorarne la superficie tramite incisioni.
La decorazione a colori della terracotta avviene con l’utilizzo di appositi smalti, che possono a seconda del tipo di colorazione utilizzata essere stesi prima della cottura o dopo la stessa. Nel primo caso l’oggetto necessiterà di un solo passaggio nel forno. Negli altri casi la stesura dello smalto avverrà dopo la cottura dell’oggetto, e renderà necessario un ulteriore passaggio in forno dello stesso. Questo genere di colorazione viene per questo definita “a biscotto”. In tutti i casi, gli smalti proteggono la superficie della terracotta e ne rendono più facile la pulizia.